CASAQUI di Massimo Spagnuolo

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Mercato immobiliare avellinese, tutto da rifare: sprechi, palazzi nuovi ma già vecchi e acquirenti messi in fuga dalla burocrazia comunale

11/06/2021

Massimo Spagnuolo, presidente locale della Fiaip, ci ha aiutati a fotografare lo stato di salute del nostro "mattone": «Le opere incompiute danno un senso di città ferma e poco appetibile per chi vuole acquistare casa. Servono interventi decisi, uno fra tutti la risistemazione di Via Francesco Tedesco. Avere un ingresso del Capoluogo così disastrato è il peggior biglietto da visita».

Secondo lo scrittore irlandese George Augustus Moore «Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo». E noi ad Avellino abbiamo delle case in grado di offrire ciò che cerchiamo? Per capirlo abbiamo deciso di fotografare lo stato di salute del mercato immobiliare della nostra città, con l’aiuto di Massimo Spagnuolo, presidente Fiaip - Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali - del collegio di Avellino e agente dell’agenzia immobiliare CasaQui. Il quale, tra le tante cose discusse, ci conferma come il domicilio forzato indotto dalla pandemia abbia creato un legame più stretto e scrupoloso tra noi e le nostre abitazioni. Ad Avellino ci sono in totale 22.927 unità immobiliari di cui circa un migliaio vuote, almeno stando ai dati del borsino immobiliare nazionale. Ad incentivare questi numeri gli elevati costi di gestione delle seconde case, un fattore che ha indotto i proprietari ad affittare o vendere, insomma a non tenere gli immobili in condizioni economicamente infruttuose.

Spagnuolo, è vero che ad Avellino i prezzi per un immobile sono molto alti?

«È vero in parte. Negli ultimi anni sono aumentati gli affitti di determinate categorie di immobile, una su tutte quelli piccoli e già arredati. Il motivo è semplice: l’aumento della domanda da parte degli studenti. Un fenomeno nuovo per la nostra città che non è preparata a soddisfare la richiesta di alloggi da parte di chi sceglie di studiare Fisioterapia, Scienze infermieristiche, Enologia oppure di frequentare il Conservatorio. Diverso discorso per gli immobili di ampia metratura, così poco richiesti da indurre sempre più proprietari a frazionarne gli spazi. Ma la vera linea di confine tra le fasce di prezzo resta l’anno di costruzione dell’immobile. Prezzi molto ridotti per quelli costruiti negli anni pre-terremoto, prezzi in continuo aumento per quelli post-terremoto».

E poi c’è la burocrazia...

«Su questo tema segnaliamo un grosso ostacolo rappresentato dalla digitalizzazione degli uffici comunali ad uso esclusivamente interno. In molte città gli atti sono digitalizzati anche ad uso e consumo del pubblico, ad Avellino invece - quando si ha necessità di consultare le pratiche - bisogna sempre recarsi al Comune ed affidarsi alla conoscenza dell’archivio che varia in base dell’impiegato di turno. Non sono rari i casi in cui non si ha traccia di documenti depositati in passato o addirittura di interi faldoni smarriti. Quando per ottenere un semplice certificato di morte o di matrimonio si allungano molto i tempi, il cliente si sente spaesato o scoraggiato nel portare a termine la compravendita. Questo malessere spesso comporta una rinuncia all’acquisto».

Massimo Spagnuolo

Questo è un momento favorevole per acquistare casa?

«Non c’è dubbio, i mutui hanno un tasso d’interesse molto basso e la rata è molto vicina a quella di un ipotetico affitto. Sulle nuove agevolazioni ci sono buone notizie. In passato i mutui coprivano l’80% del costo della casa, il restante 20% doveva essere corrisposto immediatamente. Con i futuri mutui le banche si impegneranno a garantire anche quel 20% con dei prestiti, sono infatti in fase di studio dei nuovi prodotti finanziari che sosterranno l’intero costo dell’immobile acquistato».

La Fiaip ha presentato più volte un decalogo per il rilancio del settore immobiliare ad Avellino, lo avete consegnato al Sindaco attuale ma anche ai suoi predecessori. Quali le principali criticità?

«Le opere incompiute sono lì a simboleggiare l’immobilismo di una città che oggettivamente è poco appetibile per chi vuole acquistare casa. Qualche opera è stata portata a termine, come il Mercatone o Piazza Castello, quindi il tratto di strada che passa per il Teatro Gesualdo, ma la città continua a dare la sensazione di essere essa stessa incompiuta. I clienti che vogliono acquistare ad Avellino hanno ancora l’idea di una città con aria pulita, poca criminalità e molto benessere. Quando poi vengono a vedere di persona si scontrano con una realtà diversa: parcheggi scomodi, opere incompiute, sforamenti delle Pm10, trasporto pubblico carente e strade malandate. Nel decalogo abbiamo evidenziato come sia importante coinvolgere la nostra categoria nei processi progettuali della città, di come sia fondamentale completare i cantieri aperti e di come sia utile recuperare il suolo esistente senza consumarne di nuovo. Tutti piccoli accorgimenti che potrebbero rendere la città più appetibile a chi decide di comprare casa e di venire a vivere nel Capoluogo».

Osservando la città si notano molte case vuote e altrettante in costruzione, abbiamo un problema di spreco edilizio?

«Se pensiamo alle nuove costruzione di fascia alta e cioè al passo con le esigenze energetiche dei nostri tempi, direi di no. Non si tratta di spreco. Sempre più clienti ci chiedono il parcheggio incluso nell’abitazione, metrature più piccole e la presenza della domotica. Se invece guardiamo a tutto quello che è nuovo ma poco si differenzia dall’edilizia passata, allora possiamo parlare di spreco. In città le costruzioni anni ’60 sono state quasi tutte smaltite o riqualificate, diverso il discorso per quelle degli anni ’70 e ’80. Possiamo ancora riqualificare molto prima di costruire in maniera sconsiderata. Fondamentale è la qualità degli interventi o delle costruzioni. Ad esempio tra gli anni ’90 e primi 2000, abbiamo visto immobili costruiti in fretta e furia per sfruttare i prezzi di mercato in vertiginosa crescita, salvo poi presentare dopo pochi anni disagi strutturali. Oggi quella superficialità edilizia li fa sembrare più vecchi di quanto non siano e questo determina una grande svalutazione del prezzo di mercato».

In quale direzione deve muoversi Avellino per avere un mercato immobiliare più attraente agli occhi di chi vuole trasferirsi in città?

«Servono pochi interventi ma decisi. Uno fra tutti la risistemazione di Via Francesco Tedesco, avere un ingresso alla città così disastrato è il peggior biglietto da visita. Sicuramente bisogna risolvere la situazione parcheggi e ragionare in maniera seria sull’area metropolitana Avellino-Atripalda-Monteforte. Un bacino di circa 100.000 abitanti che troverebbe solo giovamento in una concreta collaborazione. E poi sarebbe necessario concentrarsi sulle aree pedonali del centro, cercando di allargarle senza creare disagio a chi vive la città».

Grazie

«A lei».

Articolo da: https://www.orticalab.it/Mercato-immobiliare-avellinese-tutto-da

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